Contabilità Nazionale
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2 Lo schema contabile italiano |
La contabilità economica nazionale può essere definita come la descrizione quantitativa dell'attività economica di un Paese e di ogni altra circoscrizione territoriale sotto forma di una completa e sistematica presentazione dei flussi economici e finanziari e delle consistenze dei beni reali e finanziari.
L'ISTAT definisce la Contabilità Nazionale come l'insieme di tutti i conti economici che descrivono l'attività economica di un Paese o di un circoscrizione territoriale.
Per attività economica si intende il risultato di una combinazione di differenti risorse, quali attrezzature, lavoro, tecniche di lavorazione, prodotti, che dà luogo alla produzione di specifici beni o servizi.
Poiché i flussi ruotano intorno al concetto di reddito nazionale e le consistenze dei beni intorno a quello di ricchezza nazionale, si parla anche di contabilità nazionale come l' insieme delle statistiche del reddito e della ricchezza.
La Contabilità nazionale ha come oggetto l'osservazione e l'analisi quantitativa del sistema economico o dei sub-sistemi che lo compongono a diversi livelli territoriali.
Sistema Economico: complesso delle relazioni che si realizzano tra persone imprese, enti ed altri operatori economici che agiscono in un determinato territorio svolgendo quattro funzioni fondamentali: produzione, consumo, accumulazione e distribuzione del reddito e della ricchezza.
Nella sua formulazione più elementare, la struttura ed il funzionamento di un sistema economico chiuso (=assenza di relazioni con l'estero) possono essere schematizzati facendo riferimento all'insieme delle relazioni che si intrecciano tra due blocchi di operatori: i Produttori e gli Utilizzatori finali.
Dal momento che gli utilizzatori finali sono interessati solo ai beni che assicurano la soddisfazione dei bisogni presenti (beni di consumo) e futuri (beni di investimento), per la schematizzazione del sistema economico è sufficiente prendere in considerazione solo il mercato dei beni finali, ovvero di quei beni che non vengono scambiati all'interno del blocco dei produttori per subire ulteriori trasformazioni (beni intermedi →non sono ancora giunti alla fine del processo di produzione e, come tali, non sono idonei a soddisfare i bisogni umani, ne mai lo sarebbero se non finissero per essere incorporati nei beni finali).
D'altra parte, il blocco dei produttori può essere visto come una grossa azienda in cui si creano materie prime e semilavorati per produrre i beni di consumo e quelli di investimento che sono immessi sul mercato degli impieghi finali.
I produttori, da una parte producono beni di consumo e di investimento (beni capitali = beni impiegati nella produzione di beni di consumo) traendone delle entrate, dall'altra richiedono fattori produttivi che remunerano attraverso i redditi. I fattori di produzione possono essere ricondotti alle categorie del lavoro e del capitale.
Gli utilizzatori finali consumano beni finali e acquistano beni capitali fungendo, al contempo, da fornitori dei fattori produttivi (lavoro e capitale). Per rendere più semplice lo schema, si può altresì ipotizzare che oltre ad offrire semplici finanziamenti, gli utilizzatori finali acquistino addirittura i macchinari e li prestino ai produttori.
I produttori che hanno ricevuto dagli utilizzatori finali le forze di lavoro e i capitali necessari per compiere il processo produttivo, cedono loro i beni finali (beni di consumo+beni di investimento). L'acquisto dei beni finali viene compensato mediante un flusso monetario, diretto in senso contrario a quello dei beni di consumo e di investimento, che costituisce un ricavo delle vendite per i produttori. I produttori a questo punto sono in grado di compensare gli utilizzatori finali per le prestazioni lavorative e per i capitali forniti mediante la distribuzione dei redditi (salari, stipendi, dividendi, interessi, rendite, ecc.). Anche in questo caso, lavoro e capitale da un lato, e distribuzione dei redditi dall'altro, procedono in senso contrario.
In questo schema si vengono a creare due flussi: uno reale che rappresenta la produzione e lo scambio di beni e di fattori produttivi; uno monetario che rappresenta le contropartite monetarie dei flussi reali sotto forma di ricavi e redditi.
Nel sistema economico ipotizzato, i due flussi si equivalgono: gli utilizzatori impiegano tutto il reddito percepito acquistando beni finali. In altri termini, la produzione finale viene completamente assorbita dalla domanda di beni di consumo e di investimento, per cui:
Valore della produzione finale = Spesa finale
D'altra parte, il valore della produzione non può essere diverso dalla somma dei costi di produzione che equivalgono alle remunerazioni dei fattori produttivi, per cui:
Valore della produzione finale = Reddito
In conclusione, si può quindi affermare che prodotto finale, reddito nazionale e spesa finale, nonostante siano tre fenomeni di natura diversa, sono equivalenti dal punto di vista del valore monetario.
Il Reddito Nazionale, così chiamato perché riferito all'intera collettività di un Paese, costituisce un indicatore del grado in cui un sistema economico riesce a soddisfare i bisogni della collettività .
Al fine di elaborare un sistema di conti economici nazionali esauriente e maneggevole il Sistema Europeo di Conti Nazionali e Regionali (SEC) in vigore dal 1995, fissa una serie di norme e di definizioni che riguardano:
Le operazioni rilevanti per la contabilità nazionale sono quelle compiute da operatori appartenenti al sistema economico dell'Italia nel senso che il centro dei loro interessi è sul territorio economico del paese.
Il territorio economico italiano coincide con quello politico-amministrativo a cui bisogna aggiungere:
Il territorio economico è considerato centro di interesse solo se un operatore esegue rilevanti operazioni economiche e finanziarie per un periodo di tempo non inferiore all'anno.
Alle unità che hanno il centro dei propri interessi in Italia, viene riconosciuta la qualità di residenti.
Gli individui residenti in Italia continuano ad essere considerati tali anche se si recano all'estero per periodi di tempo inferiore all'anno. A questa categoria appartengono i lavoratori frontalieri, i lavoratori stagionali, i turisti, gli studenti, coloro che si recano all'estero per cure mediche, i cittadini italiani che lavorano in Italia per ambasciate, consolati e basi militari italiane all'estero. Le imprese italiane che operano sul territorio italiano sono ovviamente residenti. Eventuali filiali e succursali presenti all'estero non sono però considerate tali. Di contro, filiali e succursali di imprese straniere presenti in Italia sono considerate residenti.La contabilità nazionale
Lo schema contabile italiano
I confini dell'economia nazionale
Vanno escluse dal territorio nazionale le zone concesse come sedi di ambasciate, consolati e basi militari di altri paesi.